Continua di ora in ora ad assumere dimensioni sempre più catastrofiche la situazione nel Pakistan, flagellato delle peggiori inondazioni del secolo. Oltre 800 mila case sono state finora distrutte e per la ricostruzione nelle province pachistane devastate sarebbero necessari ben 2,5 miliardi di dollari. La ricostruzione totale dovrebbe costare, invece, 15 miliardi di dollari e richiedere ben 5 anni di lavoro.
Per fortuna non sono previste nuove piogge nelle province del Punjab e Sindh, dove sono straripati diversi fiumi. Intanto però è scattato un nuovo ordine di evacuazione per 150 villaggi nel distretto di Jacobabad, nel nord della provincia del Sindh. L’intera zona è sommersa dall’acqua e isolata da tre giorni. A oltre due settimane dall’inizio delle alluvioni, il Paese e’ in ginocchio a causa dell’enorme numero di senzatetto e dei danni all’economia valutati in diversi miliardi di dollari.
Dopo l’accorato appello del segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, che domenica ha perlustrato le aree alluvionate, la solidarietà internazionale si è messa in moto. Promesse di aiuto sono arrivate da Turchia, Giappone, Australia, Arabia Saudita e anche dal vicino Afghanistan. Ma a preoccupare ora sono le condizioni igieniche degli accampamenti. Secondo fonti Onu, un alluvionato su dieci e’ a rischio di contrarre infezioni gastrointestinale e della pelle.
Per fortuna non sono previste nuove piogge nelle province del Punjab e Sindh, dove sono straripati diversi fiumi. Intanto però è scattato un nuovo ordine di evacuazione per 150 villaggi nel distretto di Jacobabad, nel nord della provincia del Sindh. L’intera zona è sommersa dall’acqua e isolata da tre giorni. A oltre due settimane dall’inizio delle alluvioni, il Paese e’ in ginocchio a causa dell’enorme numero di senzatetto e dei danni all’economia valutati in diversi miliardi di dollari.
Dopo l’accorato appello del segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, che domenica ha perlustrato le aree alluvionate, la solidarietà internazionale si è messa in moto. Promesse di aiuto sono arrivate da Turchia, Giappone, Australia, Arabia Saudita e anche dal vicino Afghanistan. Ma a preoccupare ora sono le condizioni igieniche degli accampamenti. Secondo fonti Onu, un alluvionato su dieci e’ a rischio di contrarre infezioni gastrointestinale e della pelle.
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